Il tema della violenza contro le donne è strettamente legato alla pubblicità sessista e pertanto accogliamo con enorme soddisfazione la notizia che il Comune di Milano ha aderito alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva a favore della moratoria della pubblicità lesive della dignità della donna.
La campagna, PROMOSSA DALL’UDI , è in applicazione della “Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini “, che ha evidenziato come” la pubblicità contribuisca ad alimentare e a consolidare gli stereotipi di genere, determinando un impatto negativo sulla parità tra i sessi e come la percezione del corpo femminile in quanto oggetto da “possedere” possa incentivare i comportamenti violenti”
IL COMUNE DI MILANO il 28 giugno 2013 ha approvato le regole per valutare i messaggi da affiggere negli spazi in carico all’Amministrazione e delle società ed enti partecipati dal Comune e pertanto vieterà l’affissione di messaggi pubblicitari che contengono :
1) immagini che rappresentano o incitano atti di violenza fisica o morale;
2) immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come “normale”, tali da ledere la sensibilità del pubblico;
3) messaggi discriminatori e/o degradanti che, anche attraverso l’uso di stereotipi, tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità;
4) la mercificazione del corpo, attraverso rappresentazioni o riproduzioni della donna quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale;
5) pregiudizi culturali e gli stereotipi sociali fondati su discriminazione di genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo religioso.