Le donne egiziane subiscono ancora una volta la violenza di genere con stupri di massa e torture inaudite. La ricca storia, lontana e recente, di molestie e violenze sessuali contro le donne, si ripete ancora una volta.
Le aggressioni alle donne in piazza Tahrir superano ormai il centinaio, almeno quelle note, ma già da qualche tempo in Egitto le donne subiscono violenze quotidianamente nei luoghi pubblici.
In un Paese dove la polizia ha più volte usato la violenza sessuale come mezzo d’intimidazione, funzionari del governo incolpano le donne perché sono loro che invitano gli uomini agli abusi sessuali.
Ma le donne hanno partecipato attivamente agli scontri, con i loro volti addolorati, pieni di esasperazione, di sofferenza, di rabbia, di fame e paura, ma decisi e convinti nelle proteste che stanno attraversando non solo l’Egitto ma tutto il Nord Africa.
La verità è che si vuole tenere lontano le donne dalla vita pubblica e politica.
Le donne arabe, spesso sottomesse, costrette a sposare uomini che non amano, private dei loro diritti fondamentali (studio, libertà di scelta, lavoro) e in molte società vere e proprie cittadine di serie B, oggi non hanno mancato l’appuntamento con la storia.
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