Le donne hanno segnato con una scia di grandi invenzioni e di scoperte il corso della storia, anche se spesso erano costrette a lavorare all’ombra dei loro familiari di genere maschile o, addirittura, essere perseguitate come streghe o matte. Da Maria Giudea, vissuta ad Alessandria nel 1° secolo d.C. a Ipazia, a Marie Lavoisier, Marie Curie, Elena Cornaro Piscopia…una lunga lista di nomi eccellenti, tra cui Margherita Hack che ci ha da poco lasciati.
Ecco cosa scriveva Margherita Hack in un articolo su “Donne e scienza”: “Sebbene i contributi delle donne alla scienza vengano riconosciuti, resta il fatto che le scienziate per emergere devono generalmente lavorare di più dei loro colleghi e devono ancora superare numerosi pregiudizi, che, contrariamente a quanto si crede, sono maggiori nei paesi anglosassoni che non in quelli latini”.
Spesso le donne nel mondo scientifico sono state tenute in ombra e i loro risultati posti in secondo piano rispetto a quelli dei colleghi uomini, a cui andavano tutti i meriti.
Per questo motivo l’UNESCO ha pensato di dedicare a Ipazia che, per ben quindici secoli fu l’unica donna scienziato, l’iniziativa di creare una rete mondiale di donne scienziato.
In Italia il Centro UNESCO di Torino gestisce il progetto IPAZIA .