“Era bionda, era bella, era piccina ma avea
cor di leone e di soldato”.
Fu una donna speciale, moglie e madre e allo stesso tempo una combattente, vestì i panni di un uomo e un berretto per nascondere i lunghi capelli, era Antonia Masanello, l’unica donna della spedizione dei Mille di Garibaldi.
Dotata di temperamento audace e spirito battagliero, sin da ragazzina Tonina insieme al marito aiutò i connazionali del Lombardo-Veneto a espatriare in Piemonte per fuggire al dominio austriaco.
Quando seppe che Garibaldi stava organizzando una spedizione in Sicilia, affidata ad amici la figlioletta, si diresse insieme al marito a Genova per l’imbarco, ma quando vi giunse, la storica spedizione era già partita.
I due si imbarcano poche settimane dopo con una spedizione di rinforzo e raggiunsero i Mille a Salemi.
Per salire a bordo e partecipare alla spedizione “Masenela” fu costretta a camuffarsi da uomo e ad assumere l’identità di Antonio Marinello, il cognato .
Venne arruolata nel terzo reggimento della Brigata Sacchi e partecipò a tutta la campagna per la liberazione del sud Italia.
Tonia si fece onore in battaglia combattendo con lo stesso ardore di un soldato esperto e si guadagnò così il rispetto di quelli che conoscevano la verità.
Insieme ai Mille conquistò il Regno delle Due Sicilie, espugnò la fortezza di Gaeta, dove si erano rifugiati i sovrani borbonici e arrivò Roma.
L’incontro di Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, nuovo Re d’Italia, mise però fine all’avventura, la spedizione era finita!!!
L’esercito garibaldino venne sciolto, Antonia ottenne il berretto da caporale e il congedo con onore.
Lei e il marito tornarono a casa e vissero in povertà finchè, colpita da tisi, “Masenela” morì nella primavera del 1862. Sepolta nel cimitero fiorentino di San Miniato, questo l’epitaffio scritto dal poeta risorgimentale Francesco Dall’Ongaro :
“L’abbiam deposta, la Garibaldina
all’ombra della Torre di San Miniato
con la faccia rivolta alla marina
perché pensi a Venezia, al lido amato.
Era bionda, era bella, era piccina ma avea
cor di leone e di soldato.
E se non fosse che era donna
le spalline avria avute e non la gonna
e poserebbe sul funereo letto
con la medaglia del valor sul petto.
Ma che fa la medaglia e tutto il resto?
Pugnò con Garibaldi, e basti questo!”