Nadine Gordmer, scrittrice nordafricana e premio Nobel per la letteratura nel 1991, è morta a Johannesburg il 13 luglio 2014.
”era una minuscola, piccola grande donna. Una battagliera fantastica per tutti i diritti umani e civili”, Inge Feltrinelli ricorda così Nadine Gordmer, scrittrice nordafricana e premio Nobel per la letteratura nel 1991, morta a Johannesburg il 13 luglio 2014.
Nadine nasce nel 1923 a Springs, centro minerario a est di Johannesbourg, da padre lituano e madre londinese, due immigrati ebrei .
Durante l’infanzia prende lezioni di danza e frequenta una scuola di suore dalle quali viene avvisata di stare attenta alle baracche dove vivevano i minatori neri quando attraversava la prateria per recarsi a scuola.
Un giorno accompagna sua madre ad acquistare delle lenzuola in un negozio in città; il commesso mostrava ad entrambe differenti qualità di tessuti che loro esaminavano e toccavano più volte ,mentre un altro cliente nero doveva segnalare con un dito quello che gli interessava, ma non poteva toccare alcun tessuto.
Viene così a contatto con il razzismo.
Sola da adulta Nadine racconterà della sua infanzia a Springs e di quegli anni ricorderà la presenza “spettrale dei lavoratori neri “ che vivevano ai margini del suo mondo e la sua crescente consapevolezza della differenza di classe e del razzismo che permeava la società sudafricana.
A 11 anni lascia la scuola per problemi di salute e passa tutto il tempo a casa. In questa esistenza solitaria trova nella lettura un mondo d’avventura e inizia precocemente e scrivere.
Pubblica il suo primo racconto su una rivista locale per ragazzi nel 1937 e a 15 anni la prima raccolta per adulti.
Frequenta l’università per un anno, dove incontra una diversa realtà: neri africani intellettuali e artisti e presto si rende conto di avere più punti in comune con loro che con i bianchi della sua città natale.
Nel 1948 lascia l’università e si si trasferisce a Johannesburg, in quello stesso anno il Partito Nazionale vince le elezioni e comincia la sua politica di apartheid; alcuni quartieri vengono demoliti e i neri vengono allontanati per far posto ai bianchi .
Nadine, tramite i contatti stabiliti all’università, comincia ad impegnarsi in politica, nell’African National Congress (ANC).
A Johannesburg la scrittrice conosce e stabilisce una profonda amicizia con il sindacalista Bettie du Toit che forma il suo pensiero politico e fa crescere in lei l’opposizione alla supremazia bianca.
Nadine Gordimer diventa anche grande amica di Mandela e di tanti altri leader della lotta contro l’apartheid, unica intellettuale bianca alla quale veniva riconosciuto un grande prestigio anche da parte dei neri.
Nel 1990 il governo riconosce l’ANC come partito legale d’opposizione e subito dopo iniziano i negoziati per la transizione verso una democrazia multirazziale, lo stesso anno viene annunciato che Nadine Gordimer avrebbe ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
La scrittrice sudafricana bianca, come amava definirsi, ha dedicato la sua vita alla difesa della giustizia consapevole dei torti inflitti dai bianchi ai nativi sudafricani.
Nei saggi, ma anche nei suoi romanzi e racconti racconta della famiglia, dei i bianchi rifiutati dai bianchi,dei neri visti con sospetto del futuro vissuto come un’incognita, della questione femminile denunciando la condizione delle donne nere, ma anche quella delle donne bianche che, specie se benestanti, restavano relegate nella quiete delle loro case.
Durante la sua carriera fu spesso sottoposta a censura nel suo paese, ma scelse di continuare a viverci.
Fino all’ultimo la scrittrice ha invitato a guardare avanti , al Sud Africa dopo apartheid, che dopo l’euforia della realizzazione di un sogno, non aveva sconfitto il razzismo.
Infatti dice “abbiamo sconfitto l’apartheid, ora sconfiggiamo i pregiudizi che ci sono rimasti nella testa”.
Il 14 luglio ci ha lasciato una grande donna forte e battagliera, che ha saputo combattere per le cose vere e importanti, per la giustizia e l’eguaglianza fra le persone.
“La sua scrittura è stata un beneficio per l’umanità”, queste le motivazioni per il Nobel, queste le motivazioni per le quali iniziare a leggere le sue opere.