Caro direttore,
nel 2017 non è possibile sacrificare bambini. Il primo comandamento di un Paese che vuole avere un futuro e guardarsi dentro con orgoglio e fiducia dovrebbe essere “prima i bambini”. Ma non i primi ad essere abbandonati, spinti ancora più giù nella melma, fino a raggiungere il fondo del pantano, dove giacciono i relitti della politica italiana. Invece apprendiamo dall’articolo “Ius soli, la legge è finita nella palude”, pubblicato sul giornale da lei diretto che questo rischio è altissimo.
Siamo preoccupati e le scriviamo perché la Repubblica è stato il primo giornale ad ospitare le nostre “Cartoline cittadine”, i ricordi di scuola e famiglia di noi #ItalianiSenzaCittadinanza, nel Belpaese cresciuti, e la informiamo che abbiamo pronte anche le nuove. Ci avete seguito con interesse, riportando le nostre storie e ragioni durante i nostri flash mob #fantasmiperlegge nella piazza del Pantheon di Roma e davanti alle prefetture di Palermo, Napoli, Reggio Emilia, Bologna e Padova.
Ci rivolgiamo a lei per raccontarle che, mentre i grandi palazzi della politica restavano ancora immobili noi figli dell’Italia, non riconosciuti, abbiamo continuato a rompere le scatole: abbiamo bersagliato il centralino del Senato per esigere informazioni sulla legge da cui dipende la nostra vita e soprattutto quella dei più piccoli; con la nostra Campagna #CittadiniSenzaVoto abbiamo denunciato l’ingiustizia di non poter votare nel Paese in cui ci hanno insegnato il valore della democrazia mentre con la Campagna #AnnonuovoLeggenuova dimostravamo grande fiducia nella nostra Italia, nell’approvazione di una riforma che sarebbe un segnale di civiltà della nostra Italia.
Una fiducia che continuiamo a mantenere viva e che a febbraio ci porterà a scendere di nuovo in piazza a Roma, perché siamo attivi e non più fantasmi né vittime, chiedendo ai rappresentanti del Senato della nostra Repubblica di avere il coraggio di mantenere le promesse che hanno fatto a noi e alle generazioni a venire: pari diritti per tutti i bambini e bambine