E’ doveroso, a questo punto della vita sociale italiana, occuparci capillarmente della violenza sulle donne.
Lo dobbiamo a loro che non ci sono più.
Qdonna ha voluto parlarne con il Centro Donne Maltrattate di Monza che da parecchi anni opera in rete con altre associazioni del territorio.
Dalla relazione della presidente, Maria Luisa Carta e dagli interventi delle volontarie è emerso un quadro piuttosto inquietante della violenza sulle donne in Brianza
A partire dal tipo di violenza, che non è solo fisica e sessuale, ma anche psicologica (circa 40-45%) ed economica (circa 10%), per cui le donne, anche se lavorano, non hanno la disponibilità dei soldi che guadagnano, perché se ne occupa il marito”
Nella maggior parte dei casi la violenza si consuma in famiglia (più del 90%) ad opera di mariti, fidanzati o ex, conviventi, padri, fratelli e spesso in presenza dei figli, che subiscono a loro volta una violenza indiretta.
Quando denunciano le donne non sono credute. Ecco un’altra realtà dolorosissima: non essere credute, perchè agli occhi del mondo il marito è “così buono….”
Questo incontro è stato solo l’inizio di una collaborazione, con l’obbiettivo di denunciare e nello stesso tempo costruire la cultura dell’accettazione dell’altro.
Lo dobbiamo a Lea, Fabiana, Roberta, Adriana, Adele e a tutte le altre.